Lilypie - Personal pictureLilypie Breastfeeding tickers

giovedì 21 gennaio 2010

dieta quotidiana

Ore 5.55
Memmeeeeeeee
“Moglie, lascia stare, ci penso io, tanto stavo per alzarmi…”

Ore 7.00
Memmeeeeeee
“Moglie, sto uscendo, ci pensi tu a Figlio?”
Certo, ci penso io. Ma gli hai fatto fare colazione? Certo che si. Banana e due biscotti.
E ora come pensi che possa volere anche la tetta?
Io qui ho due silos che stanno per scoppiare, mannaggia a te Marito insensibile.
Figlio? Vuoi la tetta? No eh? Cavolo.

Ore 8.12
Memmeeeeeee
Tetta? Vuoi la tetta? Era ora.
Aspetta però, fai piano, cosa fai, mordi? Se avevi così fame non me lo potevi dire prima?
Hai finito? Usciamo dai…

Ore 9.45
Memmeeeeeeee
Vuoi la tetta? Ti pareva. Adesso la vuoi, non mezzora fa, non tra mezzora. No. Adesso e per strada, chiaro.
Fa freddo Figlio, sicuro che mamma deve spogliarsi qui in mezzo all’incrocio? Sicuro sicuro.
Bene.
Cosa guarda lei buon uomo? Non ha mai visto un seno? Crede sia divertente slacciare il cappotto, alzare il maglione e sbottonare la camicetta appoggiata ad un parchimetro, specialmente di gennaio?
Guardi, guardi pure. E se le ricordi per quando torna a casa, và!

Ore 11.00
“Ma signora, ma che bello questo bambino! Quanto ha adesso? 11 mesi? Ma è grande questo bambino, mangia tanto?”
Memmeeeeee
Che vuoi figlio? Non vedi che sto parlando con la vicina impicciona che però ci fa tanti complimenti?
Ma che fai, mi spogli? Fermo, fermo! Vuoi di nuovo la tetta? Tieni allora.
“Ma signora, lo allatta ancora? Ma non è troppo grande ormai? Cosa vorrà dargli, ormai lì c’è solo acqua!”
Ah no mia cara, i miracoli, mi creda, non li so fare. Né acqua in vino, né latte in acqua. Non sono proprio capace.

Ore 12.40
Memmeeeeeee
E’ pronto, è pronto, tranquillo! Pasta col tonno, buoooooona no la pasta col tonno?
No eh? E che vuoi allora? La banana.
Di nuovo banana. Mangia la banana allora, mio piccolo primate. Finita la banana, e adesso?
La pasta col tonno? Ma è fredda e tutta incollata adesso. Va bè, mangia la pasta col tonno.
Fai “aaaaaaaam!” No? Fai da solo? Caneeeee? Vieni qui che c’è da pulire sotto il seggiolone, dai…

Ore 13.00
Memmeeeeeee
Non vorrai la tetta? Ti sei fatto fuori una banana e mezz’etto di pasta, non puoi volere la tetta.
La vuoi, eh?
Va bene, va bene, è tua. Ma tieni giù quelle mani che son tutte sporche di sugo.
Cavoli ho detto mani.
No Figlio, no, non devi battere le mani ogni volta che dico mani.
Specialmente se stai prendendo la tetta. Ahia. Cavolo.

Ore. 15.30
Memmeeeeeee
Lo so cosa vuoi. E’ inutile che mi fissi. Serviti pure.

Ore 16.45
Figlio? La vuoi la tetta? Guarda che ora la memme va a lavorare, poi se cambi idea il babbo la tetta non ce l’ha. No? E vabbè. Uno yogurt ti va? Si?
Non con le mani lo yogurt, no! D’accordo allora, mangialo con le mani.
Fermo non battere le ma… Scusa, vado a togliermi lo yogurt dai capelli.

Ore 18.00
Ciao collega.
Si, mio figlio è a casa con Marito. Ah non so cosa mangerà per cena, ci penserà lui.
Certo lo allatto ancora.
“Dovresti smettere prima che impari a parlare, altrimenti te lo chiede
E che ci sarebbe di male? Domandare non è forse lecito?
Ma parliamo d’altro. Collega, l’hai visto il nuovo horror movie?
“Ma non dovresti guardare quella roba! Poi perdi il latte!”
Cielo! Dove, fra le poltrone del cinema? In biglietteria? Dici che poi lo ritrovo?

Ore 21.20
Memmeeeeee
Si Figlio, la mamma è tornata. Certo che ti da la tetta, poi facciamo la nanna, ok?
Bella questa poppata amore. Sembri di nuovo piccino, stanco con gli occhietti chiusi, tutto spalmato sulla mia pancia. Non mordi, non batti le.. zitta zitta che è meglio.
Ti sei già addormentato?

Marito, com’è andata la serata?
“Moglie, secondo me quando non ci sei dovrei dargli un biberon!”
Marito, ma non lo sai che quella foca di Figlio il biberon non lo sa usare? Lo morde, mica lo succhia. Se pensi di sapergli spiegare come funziona, accomodati pure.

Ore 0.00
Mem…
Zitto. Prendi sta tetta e dormi!

Ore 2.37
Memmeeeeeeee…
Memmeeeeeeee…
Memmeeeeeeee…
Tetettaaaaaaaaa…

Cavoli, ha imparato a dirlo.
Figlio, arrivo. Adesso te la do.. Shhhh…..

martedì 19 gennaio 2010

puzza

quando abbracci un bambino, puoi aspettarti di sentire un'illimitata gamma di odori.
bagnoschiuma, mela, biscotto, yogurt, cacca..
la scelta è ampia, è spesso garantito l'effetto sorpresa, non ci si annoia mai.

quello che non ti aspetteresti è di abbracciare tuo figlio e sentire puzza di zolfo.
davvero.

il nini puzza di zolfo, e se la cosa vi fa ridere allora buon pro vi faccia, a me non fa ridere per niente.
ho scritto un sms a mio marito.
"tuo figlio puzza di zolfo"
"nini belzebù!" mi risponde quel simpatico umorista che ho sposato.

ridi quanto vuoi cretino, non lo capisci che è grave?

e adesso come lo porto questo week end a trovare i nonni, che tanto insistono perchè venga battezzato?
chi glielo spiega che reputiamo sia più urgente semmai un esorcismo?

non ho teorie a proposito.
credo davvero sia posseduto.
peccato.

spero comunque, non da LUI.



ps. si, ho ricominciato a lavorare.

lunedì 11 gennaio 2010

mandiamo a letto estevill senza cena?

firmiamo la petizione per ritirare dal commercio il libro "fate la nanna"?
orsù, dai.

firmate firmate firmate.
serve l'idirizzo mail, e ricordate di convalidarlo.

si firma QUI

martedì 5 gennaio 2010

I HATE BEFANA

eggià.
odio l'epifania.
è un sentimento nuovo, fino all'anno passato io e la befana abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto.

cos'è cambiato quest'anno?
provateci voi a fare la calza per un bambino di 11 mesi.

questa mattina io e mio marito ci siamo svegliati, e ci siamo resi conto di non aver preparato niente, e dico, assolutamente niente, per questa sera.

così, noncuranti della pioggia, la neve e la grandine (tutte assieme, giuro. non so come sia meteoroligamente possibile, ma è vero) siamo montati in auto e, col pupo ben legato al seggiolino, e ben lagnante perchè per nulla contento, ci siamo diretti verso il centro commerciale.

e qui ritorno al fatidico punto.
provateci voi a fare la calza per un bambino di 11 mesi.

mando marito e progenie a spasso per negozi, e impavida, imbracciando la mia borsetta come fosse un appiglio in alto mare, mi dirigo fra gli scaffali.

un minuto, forse meno, e vengo investita da un cartello rosso che mi grida
"CALZA SUBITO IN REGALO SE ACQUISTI 5 DI QUESTI PRODOTTI!"
cinque di questi prodotti? vediamo..
un metro di barrette kinder, mezzo chilo di m&m's, pacco famiglia di gommose haribo, stecche monolitiche di carbone, barattolo industriale di nutella.
e tu mi regali UNA calza?
e tutto il resto della roba dove lo metto, scusa?

no, non fa per me, il puer è ancora piccino, avrà i prossimi anni per intasarsi le coronarie.
così mi metto alla disperata ricerca di dolcetti sani.

ahahah (risata di sottofondo).

in mente ho un'idea.
le ho viste mille volte (e mi si è sempre ribaltato lo stomaco al pensiero), sono perfette per la situazione.
le sfogliatine di mela, da sgranocchiare come patatine.
perciò, forte del mio ragionamento, mi dirigo al reparto patatine.

nada, nisba, non esistono.

cambio di programma, diamoci all'uvetta. buona l'uvetta, no?
dolce certo, e SANA.
a rischio strangolamento, magari, ma non è proprio il momento di pensarci, abbiamo una calza da riempire qui (che calza? quella gratis a me non spettava..).

trovo l'uvetta, la metto nel cestino.. un po' vuoto, non posso accontentarmi.
inizio a sudare, la faccenda si fa complicata.
in testa, come un mantra, due parole ininterrottamente "dolci sani.. dolci sani.. dolci sani..".
l'illuminazione!
il reparto prodotti dietetici!

guadagno la corsia facendomi largo tra la folla.
il reparto prodotti dietetici sul finire delle feste è affollato come non mai.
spulcio un po' qui e un po' là, schivo per un pelo delle barrette energetiche dall'aspetto davvero poco raccomandabile (mi manca solo il figlio doppato, poi ho fatto bingo), e trovo LORO.
I CRACKER VITASNELLA RIPIENI DI MARMELLATA DI MELA.
cioè.
che schifo.
li infilo comunque nel cestino.
qui siamo alla fase "il cibo ci piace perchè si può lanciare a terra", probabilmente il puer non sentirà nemmeno l'odore di questi particolari cracker.

mi dirigo triste alle casse.
calza magra e smunta, non c'è che dire.
nel mio percorso passo per la corsia degli omogenizzati.
la mano si muove come da sola, spinta da una forza sconosciuta, a prendere dallo scaffale una MELLIN BABY MERENDA (poveri noi..).
lascio che la mano traditrice compia il fattaccio, sopraffatta dalla scarsità della calza.

finalmente raggiungo le casse.
demotivata, rassegnata, e pure un po' incazzata.
e le vedo.
sono state lì, come ad attendermi, per tutto questo tempo.

le SFOGLIATINE DI MELA.
dannate.
come in estasi mi lancio e le prendo, non guardo nemmeno il prezzo.
pago, fuori dal supermercato compro una calza che a stento conterrà tutto ciò che ho preso (ma se avessi trovato subito le sfogliatine sarebbe stata tutta un'altra storia).

ora la calza è pronta, appesa al forno (il camino de noialtri), sotto c'è pure un pacchettino contentente un libretto morbido sulla fattoria.
niente giocattoli per la befana, si sà, è poveretta.

domattina un nini assonnato la guarderà, allungherà la manina, la rovescerà, e senza capire nulla di ciò che sta accadendo, senza avere la minima idea di cosa cavolo possa significare il dover preparare la calza a un bambino di 11 mesi, si illuminerà vedendo la baby merenda, il venduto.

odio la befana, ma parecchio.
l'anno prossimo la calza la lascio fare a mio marito.